La Toscana è diventata una terra “di servizi” più che di produzione: come cambieranno i modelli produttivi? Come e quanto la fabbrica diventerà più intelligente e quali devono essere le tecnologie abilitanti di questa trasformazione? Quanto questo impatterà sui modelli di business e sul lavoro? Cambierà il lavoro e come?
Sono queste le domande da cui è scaturita la riflessione del Comitato Scientifico di Toscana 2050 su come cambierà la fabbrica nella Toscana di domani.
Le tendenze
Digitalizzazione, nuove tecnologie e modalità di lavoro sono i principali temi che tengono banco, oggi, all’interno del dibattito sullo stato di salute del settore industriale toscano. Pensando al 2050 e alla Toscana, sono emerse con maggiore rilevanza queste tendenze:
- Digitalizzazione e servitizzazione: due tendenze distinte ma correlate
Negli ultimi anni, l'avvento delle tecnologie digitali ha portato imprese e territori a confrontarsi con sfide di cambiamento senza precedenti, influenzando i modelli di business e la struttura delle catene del valore. Questa rivoluzione coinvolge molti settori dell'economia e della società, grazie a tecnologie digitali in grado di collegare macchine, oggetti e sistemi.
Nell'ambito manifatturiero, questa trasformazione è nota come Industria 4.0, combinando digitalizzazione con automazione e robotizzazione dei processi produttivi.
Parallelamente, c'è una tendenza verso la "servitizzazione", dove le preferenze di consumo si orientano sempre più verso servizi o prodotti accompagnati da servizi. Sebbene concettualmente diverse, la servitizzazione facilita la digitalizzazione nel settore manifatturiero, sia nel rapporto con i clienti che nelle fasi di produzione dei beni o servizi. - Verso un’impresa “intelligente”: l’industria 4.0
Anche in Toscana, come nel resto del mondo occidentale, sta emergendo l'industria 4.0. Questa nuova fase industriale vede protagoniste imprese "intelligenti" che riorganizzano i propri processi focalizzandosi su tre dimensioni chiave: produzione intelligente, servizi intelligenti ed energia intelligente. La produzione intelligente implica una stretta collaborazione tra operatori, macchine e strumenti, mentre i servizi intelligenti integrano le infrastrutture informatiche interne e le connettono con fornitori e clienti.
L'energia intelligente si basa su infrastrutture informatiche che consentono di prevenire gli sprechi energetici e ottimizzare la gestione dei rifiuti e delle esternalità ambientali.
Oltre alla fabbrica intelligente, si possono considerare il ciclo di vita intelligente del prodotto, che comprende lo sviluppo, la gestione e i fornitori, e la catena di approvvigionamento intelligente, che include la pianificazione dei flussi fisici, finanziari e informativi nel sistema logistico-produttivo allargato. - Il grande avanzamento della transizione digitale
La transizione verso l'Industria 4.0 si basa sull'adozione di tecnologie abilitanti, suddivise principalmente in tecnologie dell'informazione (IT) e tecnologie operative (OT). In Toscana, si osserva che l'adozione si concentra principalmente sulle infrastrutture IT di base, come fibra ottica e reti mobili di quarta e quinta generazione (4G, 5G), che sono considerate fondamentali per l'implementazione di altre tecnologie.
La probabilità di adottare queste infrastrutture di base è proporzionale alla dimensione dell'impresa e al livello tecnologico della produzione. Tuttavia, l'adozione di tecnologie intelligenti è ancora limitata e dipende principalmente dalla dimensione dell'impresa e dal livello tecnologico della produzione.
Di conseguenza, la Toscana appare meno digitalizzata rispetto ad altre regioni con più imprese di medie e grandi dimensioni e con un mix settoriale meno orientato verso settori a bassa tecnologia. - Il rischio della marginalizzazione economica e della minore occupazione
La transizione digitale per le piccole imprese è complessa e richiede una rottura delle logiche strategiche e organizzative attuali, insieme a una rivisitazione del modello di business.
La digitalizzazione comporta la necessità di acquisire nuove competenze, che le imprese possono ottenere tramite la formazione del personale esistente, il reclutamento di nuovo personale o l'uso di intermediari tecnologici e fornitori di servizi qualificati.
L'adattamento alle nuove tecnologie è essenziale per evitare la marginalizzazione economica e i conseguenti costi sociali, come la perdita di posti di lavoro.
Alcuni studi suggeriscono che l'automazione potrebbe ridurre i posti di lavoro e influenzare i salari. Tuttavia, c'è un dibattito in corso su se e quanto l'automazione possa creare nuove opportunità di lavoro e migliorare i salari attraverso la creazione di nuovi compiti complementari.
Le linee strategiche
Il lavoro del Comitato scientifico si è tradotto nell’individuazione di 3 linee strategiche da sottoporre al Consiglio regionale della Toscana e sulla base delle quali orientare il lavoro in futuro:
- Formazione interna all’azienda: normalizzare e investire
Per rispondere alla necessità di nuove competenze digitali, diventa importante rivedere il sistema formativo universitario attraverso la creazione di accordi tra aziende e nuovi dipendenti. Le aziende richiedono conoscenze specialistiche, ma esitano a condividerle per mancanza di garanzie sul mantenimento del personale formatosi.
La pratica di stipulare tali accordi non è comune in Italia, ma potrebbe essere utile guardare a come viene affrontato il problema in altri contesti europei, pur nel rispetto della legislazione italiana.2. - Migliorare il sistema della logistica investendo sulle infrastrutture
Dato l'importante volume di lavoro e le prospettive di miglioramento derivanti dalla transizione digitale, si è discusso della necessità di affrontare le sfide logistiche, spesso più lente rispetto alla produzione. La strategia proposta per allineare la logistica alla produzione è investire nelle infrastrutture costiere, marittime e interne, per migliorare il flusso delle merci.
Questi interventi mirano a rendere il territorio toscano più competitivo e allineato alla capacità produttiva della regione. - Favorire l’ingresso al mondo del lavoro una maggiore collaborazione tra imprese e sistema universitario
Per facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro e soddisfare la crescente richiesta di nuove competenze, è importante che l'Università giochi un ruolo chiave nella formazione.
Ciò richiede un dialogo più stretto e costante tra le imprese e il sistema universitario. Tuttavia, i collegamenti attuali tra queste due realtà non sembrano ancora completamente adeguati.