Nuove tecnologie a supporto, più che mai, del settore sanitario per contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione. Un Terzo Settore diffuso capillarmente sul territorio. Da questi elementi è scaturita la riflessione del Comitato Scientifico di Toscana 2050 per rispondere alla domanda “Come cambia il rapporto tra salute e qualità della vita?”
Le tendenze
Analizzando l’attuale stato dell’arte del Sistema Sanitario regionale e a fronte della più importante crisi pandemica recentemente affrontata, il Comitato scientifico ha potuto sviluppare il proprio lavoro a patire da queste tendenze:
- L’aumento dei costi e il sottofinanziamento:
In Italia la spesa sanitaria pubblica pro-capite è più bassa rispetto agli altri Paesi europei. L’Italia spende leggermente di più rispetto a Spagna, Portogallo e Grecia ma molto di meno rispetto, ad esempio, a Francia e Germania. L’impulso al progresso in ambito medico si scontra con il sottofinanziamento del sistema sanitario nazionale, che rende più difficoltosa l’introduzione di nuovi farmaci e di tecnologie innovative; - L’invecchiamento della popolazione e la crescita della cronicità e della fragilità:
La Toscana, in linea con quanto accade in Italia, è interessata da un invecchiamento progressivo della popolazione, dalla diminuzione del quoziente di natalità e del tasso di crescita naturale. I decessi superano sistematicamente il numero dei nati vivi, in particolare nel periodo pandemico. Da ciò deriva un aumento dei malati cronici, che in Toscana sono circa 1 milione e 450mila i cronici (e circa 6 su 10 hanno più di 65 anni). All’aumento progressivo delle problematiche correlate alla cronicità è corrisposta, nell’ambito di una politica di contenimento dei costi, una progressiva riduzione dei posti letto in ambito ospedaliero; - La carenza del personale sanitario:
Il fattore più rilevante dell’attuale fragilità del sistema sanitario nazionale, accentuato durante la pandemia, è la carenza del personale sanitario. Si stima nel 2023 un ammanco variabile fra 10 e 24 mila specialisti e le principali cause sono: il cosiddetto “imbuto formativo”, ovvero il gap tra numero di accessi al Corso di laurea in Medicina e Chirurgia e l’insufficiente numero di borse post lauream per la Medicina Generale (MMG) e contratti Specialistici; migrazione professionale all’estero; blocco del turnover e conseguente incremento dell’età media della popolazione medica; sopraggiunta “gobba pensionistica”, assieme alle recenti riforme pensionistiche (es. Quota 100). Inoltre, nelle professioni sanitarie si registra come, nel nostro Paese, il numero di infermieri sia tra i più bassi del mondo occidentale, in relazione ai medici e alla popolazione generale. La tendenza, pertanto, è quella di un sistema sempre più povero di risorse umane e professionalità; - Il contributo crescente della tecnologia:
Anche nel campo sanitario si fa sempre più ricorso ad innovazioni tecnologiche di vario tipo: avatar, intelligenza artificiale, robotica (per certi versi già superata), ecc. Nel 2050 si ipotizza che sotto questo punto di vista si saranno compiuti grandi passi in avanti, perché la tecnologia sarà vista sempre di più come un mezzo al raggiungimento del benessere, piuttosto che come un fine. In particolare, la buona riuscita delle operazioni chirurgiche sarà favorita da nuovi strumenti di precisione e le industrie farmaceutiche saranno in grado di produrre farmaci mirati sempre più risolutivi e sempre più direzionati alla prevenzione delle patologie piuttosto che al loro trattamento in seguito ad una diagnosi; - L’attenzione verso la qualità della vita:
La popolazione sta manifestando una crescente attenzione alla qualità della vita negli ultimi anni. In particolare, si è aperta in maniera forte decisa la strada della cultura del km0 e della filiera corta, della promozione di abitudini di vita sane, della prevenzione, dell’importanza dello sport e della valorizzazione degli ambienti naturali e meno antropizzati; - La richiesta in aumento di competenze integrate e saperi multidisciplinari:
Oltre alle professioni sanitarie già presenti e affermate, nel futuro sarà sempre più importante la formazione di personale il cui sapere dovrà essere fortemente multidisciplinare e le competenze integrate e a cavallo tra due o più ambiti. Un esempio è la crescente affermazione della figura dell’ingegnere biomedico; - Il difficile reperimento dei dati:
Quanto ipotizzato sulla crescita delle tecnologie si scontra con una criticità attuale importante del sistema sanitario e più nello specifico della ricerca (primo motore di innovazione), ovvero l’uso dei dati. Oggi, quasi sempre, ricercatori e scienziati sono obbligati a ricorrere per i loro studi a dati sintetici e non reali e ciò rappresenta un forte ostacolo nella conduzione dei lavori e nello sviluppo delle idee. Dal punto di vista normativo e regolamentativo la questione sembra andare in una direzione di sempre maggiore chiusura e, quindi, di sempre minore disponibilità dei dati esistenti già prodotti; - La crisi del modello di governance attuale:
Sul territorio regionale toscano, il recente rinnovo del sistema delle USL ha generato - e rischia di generare in misura sempre maggiore in futuro - una competizione del settore ospedaliero che ha portato alla duplicazione di determinate strutture, che non giova ad una distribuzione e ad un’offerta ottimale dei servizi. Allo stesso tempo, appunto per il tipo di servizi che offre e per la gestione che è necessario che il sistema sanitario abbia, non sembra possibile pensare al SSN in termini non “aziendali”.
Le linee strategiche
Il lavoro del Comitato scientifico si è tradotto nell’individuazione di 7 linee strategiche da sottoporre al Consiglio Regionale della Toscana e sulla base delle quali, orientare il lavoro nell’immediato futuro:
- Verso un nuovo equilibrio finanziario
Affinché le criticità riscontrate nel sistema sanitario nazionale possano essere affrontate e risolte è necessario, innanzitutto, un ripensamento della spesa pubblica, che dovrebbe inserire tra le priorità di spesa per il Paese la sanità e riservare, pertanto, somme più adeguate al settore. - La medicina territoriale in risposta alle esigenze della nuova struttura sociale
La tendenza all’invecchiamento dovrebbe essere gestita attraverso un rinnovato sistema di cura dedicato alla popolazione over 65, attraverso il rafforzamento della medicina territoriale e, quindi, di un sistema infrastrutturale sanitario non polarizzato. In generale, i cambiamenti demografici che stanno interessando il territorio, quali l’invecchiamento, la diminuzione della natalità e gli importanti flussi migratori, rappresentano un fattore fondamentale nella definizione di una strategia che interessi il futuro della Toscana. - Verso un nuovo modello di formazione
Per quanto riguarda la sempre più ridotta presenza di personale sanitario, occorre intervenire sul modello della formazione delle professionalità del campo medico e, quindi, sul dibattito, tuttora acceso, riguardo meritocrazia, concorsi e imbuti informativi. Allo stesso tempo, per quegli indirizzi e quelle specializzazioni (come chirurgia) i cui problemi non riguardano principalmente la disponibilità di posti, è necessario inter venire sugli equilibri che li regolano, creando le condizioni più idonee affinché uno studente sia in grado di studiare, formarsi e crescere in un ambiente stimolante e sfidante ma che non porti ad un sovraccarico e ad un sentimento di costante sopraffazione. - Qualità della vita e sistema scolastico
La crescente attenzione verso la qualità della vita dovrebbe passare anche per il sistema scolastico e, quindi, merita una riflessione specifica nel campo dell’insegnamento e della formazione primaria e secondaria. Occorre pensare a programmi ad hoc, rivolti ai bambini e ai ragazzi, in grado di favorire la tendenza in atto di promozione di una vita più sana. - Figure professionali e competenze integrate
Relativamente alla formazione, un’attenzione particolare andrà posta in maniera più specifica al tipo di figure professionali richieste nel futuro dal sistema sanitario. Professionalità quali l’ingegnere biomedico dovranno essere promosse e, pertanto, dovranno essere ripensate alcune tipologie di insegnamento universitario. - La norma e la disponibilità dei dati
Sul tema del difficile reperimento dei dati, la strategia individuata è quella di agire sul piano della normativa, che oggi risulta troppo restrittiva, così che si possa procedere alla creazione di registri e database implementabili, in grado di dialogare su più livelli, da quello locale a quello europeo. Inoltre, occorre favorire l’affermazione della figura del data scientist, sia nel pubblico che nel privato, la cui presenza, negli altri Paesi, è spesso quasi scontata sia nelle istituzioni sia nelle aziende, mentre in Italia fa ancora fatica a trovare il proprio spazio. - Un nuovo modello di governance
Affinché lo sviluppo regionale sul piano sanitario possa essere programmato in base alle reali esigenze dei suoi abitanti occorre ripensare il modello di governance attuale e definire un nuovo metodo di gestione del sistema sanitario nazionale che tenga conto della “Toscana diffusa” del 2050.